NARDO' - CELANO OLIMPIA 1-3

 Granata all'inferno

  • NARDO' - CELANO OLIMPIA 1-3

NARDO': Peluso, Inguscio, Mancinelli (46` Savino), Volturo, Perrone (77` Frisenda), Schito, Cezza, Rosciglione, D`amble (74` Migali), Corallo, Muiesan - ALL. Salvatore Nobile

CELANO: Zaccagnini, Zanon, Di Luca, Morgante, Galluzzo, Conte, Cesaro (77` Di Matteo), Chiavaroli, Arcamone (87` Mancinelli), Ferreyra, Pisani - ALL. Rinaldo Cifaldi

RETI: 25’ Chiavaroli (C), 53’ Rosciglione (N) 62’ Arcamone (C), 92’ Pisani (C)

ARBITRO: Francesco Amore RECUPERO: 6 minuti (2` pt + 4` st)

SPETTATORI: 1000

Finisce con una pesantissima sconfitta l’atteso rilancio neretino. Una partita in cui i Granata sono apparsi incapaci di imporre il loro gioco ad un Celano molto ben organizzato e concreto. Troppi gli errori della squadra di casa. Prontamente sfruttati dagli abruzzesi. Una difesa incerta in più elementi è causa dei primi due gol. Al 25’ Perrone “regala” un fallo laterale agli ospiti, poi lascia colpire il proprio avversario di testa indisturbato in area, Schito non riesce a chiudere su Pisani, Peluso respinge corto il cross rasoterra e per Chiavaroli è un gioco spingere la palla in rete. Reazione neretina pressoché nulla. Due velleitari calci di punizione di Corallo fuori bersaglio e qualche sfuriata di D’Amblè. Poca cosa. Mujesan mai imbeccato, rimane a guardare. Sulla sinistra si agita Inguscio senza particolare incisività.

Nel s.t. il Toro reagisce con orgoglio. Un colpo di testa di D’Amblè al 5’ viene respinto in tuffo da Zaccagnini. E’ il preludio del gol. Lungo lancio di Volturo e palla incocciata in tuffo da Rosciglione. Colpo di testa e gol. Il Nardò prova a venir fuori con grinta, ma è fuoco di paglia. Dieci minuti dopo è ancora sotto. Ancora un pallone perso da Perrone e una incredibile dormita difensiva mette Arcamone in condizione di colpire indisturbato di testa, spalle alla porta. E’ il k.o.

Il Nardò si affida ai cross di Savino e alle giocate di D’Amblè. Ma Nobile rimescola le carte. Fuori D’Amblè per il piccolo Migali e Savino spostato in difesa per far posto all’inesperto Frisenda. Viggiano, unica alternativa d’attacco, rimane in panchina. Il Nardò si autocancella dal campo senza sbocchi offensivi e il Celano domina il finale. Si attende solo il tris abruzzese che dopo un paio di tentativi giunge nel recupero. Pisani trova il varco giusto e batte Peluso. Al pubblico non rimane che contestare Nobile e soci e ad applaudire sportivamente il Celano. Per il Toro è notte fonda.

I SINGOLI

Peluso. Incerto sul primo gol, sorpreso sul secondo. In regresso

Mancinelli: qualche giocata sulla fascia, qualche tentativo di cross. Improduttivo.

Inguscio: dirottato a sinistra si fa notare nel p.t. Cala nel secondo e soffre le incursioni dalle sue parti. Titolare. Perché?

Perrone: la piaga della difesa. Anche un incompetente vedrebbe che non è all’altezza. Per Nobile è tutto ok!!! Esce subissato dai fischi.

Schito: si smarrisce nel marasma generale. Ha perso i punti di riferimento dello scorso anno, ma ci mette anche del suo.

Cezza: fa l’essenziale. Il suo dinamismo è sprecato nelle linee difensive. Sarebbe un centrocampista.

Volturo: si limita agli appoggi facili, poco lucido, poco presente. Irriconoscibile.

Rosciglione: l’unico a salvarsi. Combattivo e grintoso, segna e cerca di dare la scossa. Trascinato nel naufragio finale.

Corallo: partita-ombra quella del 10 granata. Molti errori, quasi mai in partita.

Mujesan: ora capisce quanto sia dura segnare col Nardò. Un solo pallone arpionato in area in acrobazia. Sempre marcato a vista.

D’Amblè: Molto movimento, ma poca concretezza. Suoi gli unici tiri in porta. Sempre prevedibili. Sostituito nel momento dell’utilità.

Savino: entra al posto di Mancinelli, si piazza sulla fascia e mette in area 3-4 cross. Appoggia la manovra e recupera. Sbaglia qualche pallone, finchè Nobile non lo dirotta inspiegabilmente in difesa.

Migali: entra al posto di D’Amblè, ma non entra in partita. Qualche velleitario affondo personale e nulla più.

Frisenda: affianca Mujesan in attacco. Non tocca pallone.

NOBILE: è al capolinea e dovrebbe saperlo, invece di trincerarsi dietro spiegazioni insensate. La squadra non vince da 15 incontri ufficiali consecutivi nell’arco di due stagioni con la sua guida tecnica. Inutile appellarsi a singoli episodi e sfortuna. La tendenza è ormai negativa da un pezzo. Ha sempre proposto un calcio speculativo che ormai oggi non paga più. Non può prendersela più di tanto con la mancata reattività psicologica dei giocatori. Oggi, è stato lui a tagliare il terreno sotto i piedi alla squadra, non sapendo leggere la partita nei momenti decisivi.

Oltre ad insistere su scelte infelici (Perrone ancora titolare!!!), non ha capito che il Celano era meglio organizzato a centrocampo e che poteva essere battuto solo con cross e palloni alti. Il gol di Rosciglione doveva spazzare via ogni dubbio. Savino sulla destra si era subito inserito e stava alimentando la manovra con cross continui, mentre D’Amblè era il terminale per i palloni lunghi della difesa.

Bisognava puntare sull’agonismo e avere il coraggio di mandare in campo un’altra torre come Viggiano. Invece il buon Totò vede un’altra partita. Fuori D’Amblè per Migali. Savino dirottato in difesa e largo a Frisenda. Da quel momento il Nardò non è più esistito. Un autentico capolavoro di autolesionismo.

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